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En Bè … e la vecia?

La vecia è sempre lei …il Buso della Vecia , la grotta, oramai l’abisso in alta Valle Faeda che negli ultimi anni ci sta impegnando in una entusiasmante ricerca del fiume Poscola.
Nell’ultimo post al riguardo le esplorazioni erano ferme in due punti : a Sala Priabona rimanevano da risalire due camini, mentre al fondo a -184 avevamo lasciato un sifone da esplorare e uno stretto meandro acquatico.
Dopo ben quattro uscite Sid e Matteo hanno avuto ragione dei camini chiamati I Gemelli Diversi, il primo di 12, mentre il secondo di ben 39 metri che chiudono inesorabilmente.

IMG_4382m                                                      In risalita su i Gemelli Diversi.
Il sifone del fondo invece ha visto prima una duplice esplorazione in apnea di Marce che ha confermato l’esistenza di una bolla d’aria aldilà ( al riguardo leggi  il post Dubito Ergo Sum),  ma con nessun’altra possibilità aerea.
Successivamente, a gennaio di quest’anno, lo speleosub Nicola Ruggeri dell’USV di Verona si immergeva scendendo ulteriori 3 metri e fermandosi di fronte una strettoia impraticabile.
Lo stesso giorno dell’immersione a causa di un malore al nostro Marco, è stato necessario l’intervento del soccorso speleologico che lo ha recuperato e affidato alle cure del 118.
Successive esplorazioni si sono avute percorrendo per quasi trenta metri il meandro finale attivo al fondo e fermandosi anche qui per le dimensioni impossibili.
Le esplorazioni al fondo si sono al momento arrestate, ma nuove possibilità devono essere viste alla profondità di circa -150 tra Sala Sbrasa e Sala Priabona.

IMG_3006                            Sala Sbrasa ….dove l’aria si perde.
Nei primi mesi dell’anno la grotta è stata anche oggetto di ricerche biospeleologiche da parte del Gruppo Grotte Valdagno che ha posizionato alcune prede che hanno dato buone catture.
Di pochi giorni fa invece la sorprendente scoperta di Massimo nelle vecchie zone fossili della grotta. Un punto nero tra i sassi si è trasformato dopo un po’ di lavoro  in  un nuovo pozzo chiamato “Milk I want” ( La-te vojo) e nuovi vuoti  al di sotto ci aspettano per essere esplorati.
Dopo tutto questo non resta che dare un po’ i numeri :
Profondità = -187 metri
Sviluppo = 744 metri
Numeri che per il Faedo sono davvero sorprendenti, ma che comunque non sembrano essere definitivi.
Stiamo a vedere dove ci porterà ancora ‘sta vecia”!

ciao

Matteo

Ri-Crossing Rana (per chi non c’era)

 

Sabato scorso sette dicembre come da programma abbiamo rifatto la traversata Pisatela-Rana entrando dal Pater Noster.

Bellissima giornata e grande compagnia, 19 presenze provenienti da varie zone per dieci ore di assoluto divertimento tra posti fantastici, rievocazione di aneddoti e racconti vari. Unica nota “dolente”, di cui sarà nostra cura verificare, è stata il fatto che abbiamo avvertito un forte odore di gasolio dai laminatoi allagati dopo il By-Pass fino a circa Sala dei Tufi. Non abbiamo visto tracce visive nell’acqua ma abbiamo sentito nettamente la puzza portata dall’aria. Per il racconto della gita vi posto quello fatto da Daniele Geuna di Pinerolo che, se anche con degli errori geografico-sostantivo-cronologici, mi ha fatto letteralmente sbellicare dalle risate: ebbravo Daniele!

Tra i "fagàri" Sbrasati a manetta

Presenti: io, Devis, Costa, Ester, Alessio, Gian, Frigo, Carlo Sanson del GSM; Luca Vicenzi del GGG di Valstagna; Mirko dell’USV Verona; Valentina e Buba di Marostica; Matteo, Don, Massimo, Silvio del GGB di Brescia, Daniele Geuna, Maria e Fabrizio di Pinerolo.

Lillo

Lungo il Megan Gale La porta del Ramo Nero
Traversata Pisatela-Rana. Se non vado errando 2 o 300 m. di dislivello, niente di che MA 6 kilometri di sviluppo in un complesso di circa 40 km. e questo già fa pensare alle cose con un rispetto diverso. 1 pozzo , il primo all’ingresso, un 50 m. nel vuoto, niente di che, poi 10 ore. Si incomincia con una ventina di minuti di meandro strassa-tute e sacchi, saletta Monte tal dei tali, un paio di ore tra laminatoi infiniti da percorrere a 4 gambe (sempre col sacco con dentro la muta e gli inutili orpelli di imbrago-longe-discensore+vivandume vario+piumino+bidone stagno), gallerie e sale mai viste così grandi. Si arriva “finalmente” ad una salettina micrus dove ci si spoglia nudi-bruchi, si indossa la muta bella tiepidina e ci si tuffa per un’oretta in gallerie allagate, il peggior passaggio semi-sifonante che io abbia mai pensato di percorrere, strettoie allagate,laminatoi allagati,laghi allagati. Belli caldi si toglie la muta e si indossa nuovamente il sottotuta (bagnato), la tuta (bagnata), si beve un teuccio (fanculo all’acqua in qualsiasi forma) e si va ad attraversare un immensa frana che è il confine tra Pisatela e Rana. 30 metri di cunicolo in frana contenuta con lavori ciclopici dei ragazzi di Vicensa,Schio e non ricordo gli altri.

Ancora Pisatela

Un lavoro che ti aiuta a capire come sono nate le piramidi o come mai su Marte c’è metallo lavorato di provenienza terrestre, un’opera immane in un posto folle. Poi Rana! ti senti già fuori? Tranquo tipo: 5 ore prima di poter godere dell’inverno esterno. Ancora laminatoi, ancora sacco troio, luce che si spegne, acqua nel collo, disciplina, solidarietà, fango negli occhi, gallerie immense, bellissime (le più belle della mia vita), acqua, acqua ovunque ma qui puoi berne quanta ne vuoi (a parte una qualche perdita di kerosene che un po’ ammorba l’atmosfera)- S.T.Coleridge “The rhyme of the ancient mariner”. Poi marmitte, laghi immensi, ferrate, laminatoi allagati (porco anubi tanto son già marcio), gallerie che nessun emiro mai potrà avere, strettoia finale (dove muore la mia luce di mmerda) e , finalmente sopra un portale neppure immaginato, splende la luna. 10 ore quasi ininterrotte di viaggio, col fedele sacco-cilicio, una sferzatina sottozero poi cena-festa-vino-carne-gnocchi-bambini-donne-la cameriera vampira figa come un sogno-la perdita del portafoglio (ma chissenestracatafotte)-il viaggio per tornare a Brescia-la doccia (caldissima)…il letto e la Maria che ronfa serena sui suoi gomiti color nebbiolo. Un viaggio (parole di Lillo e Silvio) durissimo ma direi il mio apogeo-ipogeo: grazie a tutti, a Silvio, Teo, Max, Lillo che ci ha invitato e supportato,a tutti, grazie a nome mio di Maria Panzani e di Fabrizio il prof. Meloni.

Troglofilo Il gruppo sulla Cima Maria sul Pater Noster Chi xei i migliori?? Un trio I Cugini Serenissimi