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Valle di San Daniele ovvero canyoning in Valle del Chiampo ( parte prima)

Esplorare è ancora possibile e ieri pomeriggio ne abbiamo avuto l’ulteriore riprova anche nella valle del Chiampo.
Pensi che tutto sia visto e che tutto sia esplorato e invece restano ancora ambienti e zone anche vicino a noi in cui
nessuno o forse qualcuno ci è andato.
Tutto iniziò 5 anni fa quando il mio collega di lavoro Dario, durante una pausa pranzo, mi portò a vedere la valle di Carpenea ( o di San Daniele ) poco sopra Chiampo. Di corsa perché il tempo era poco, siamo scesi lungo il sentiero e abbiamo risalito il greto del torrente. Fatti alcuni saltini arrampicabili ci fermammo sotto una cascatina di 5-6 metri. Visita lampo ammagliati alla fine dalla vista del ponte di San Daniele. Un’opera antichissima abbandonata al degrado e al crollo. Restammo sorpresi dalla quantità di acqua e dalle numerose cascate e ambienti acquatici.
Pareva proprio una forra!
Ne parlai poi con il nostro Romano e anche lui non ne sapeva nulla o poco. Da piccolo andava a pescare le fario nelle pozze d’acqua, ma di cascate e forra non ne aveva mai sentito parlare.
Negli anni prendiamo info da altri locals, ma tutti parlano della valle in maniera vaga, qualche visita a caccia di gamberi o trote, tanta acqua , ma di averla percorsa integralmente nessun segno.
E così arriva il 19 marzo 2015 festa dei papà. Le cose da fare sono tante e un po’ alla volta bisogna portare a termine i progetti, altrimenti se ne accumulano troppi. Partendo da quelli piccoli si arriva poi a quelli grandi. Oggi è la volta della valle di San Daniele.
Ne parlo con Dario e poi con Romano. Il pomeriggio di giovedì 19 è il giorno giusto e allora ci ritroviamo tutti e tre alle ore 15.00 davanti la stazione di Chiampo.

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Lasciamo un’auto vicino la chiesetta di San Daniele e poi con l’altra su verso Alvese.
Siamo arrivati! Un piccolo ruscello attraversa la strada. I locals dicono che la Valle inizia qui.
Siamo vestiti un po’ come capita; un po’ boscaioli, un po’ torrentisti un po’ a caso.
Dario con la roncola in mano fa strada e io e Romano dietro.
Sono le quattro del pomeriggio quando iniziamo a scendere la valle e l’obiettivo è laggiù chissà dove.
Le prime briglie le superiamo agevolmente per il bosco.
Poi arrivano le prime cascatine e troviamo sempre una pianta o grande o piccola per fare le doppie.
Finché la valle si inforra veramente . La roccia è scura, vulcanica stretta anche un solo metro. Pozze d’acqua e arrivano le prime vere cascate. Niente alberi qui solo sassi. E allora cordino intorno al sasso e giù. Corda da 25 poi tocca alla corda da 60 metri. Giù cordini da abbandono . Non crediamo ai nostri occhi.
Mai avremmo immaginato di fare canyoning in Val di Chiampo.

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Pozze d’acqua anche profonde e ci si bagna anche le mutande.
Arriviamo sopra un salto di 15metri. Niente alberi , niente sassi non resta che piantare uno spit.
Giù altre cascatine , ma hainoi il tempo è tiranno.

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Il sole è oramai tramontato, sono passate le sei di sera. Siamo a metà forra ed è meglio non fare troppo i gajardi.
Troviamo un sentierino che ci riporta verso contrà Biasini.
Alle 6.30 di sera, quando è oramai buio siamo alla macchina.
Siamo veramente soddisfatti. L’altra metà la faremo la prossima volta e così la concluderemo tutta passando anche sotto a quel che resta del vecchio ponte.
Ma per ora possiamo essere soddisfatti, esplorazione e canyoning a due passi da casa. Non capita tutti i giorni.
Ciao,
Matteo

 

BACK TO CORNO

L’Abisso del Corno è sempre là, appollaiato sulle pendici del Corno di Campo Bianco
ad osservare speleologi, pastori , escursionisti e motociclisti, bikers, che passano nei suoi paraggi.
Il 30 di Agosto eravamo in cinque: Ester, Virginia, io, Sid e Lillo . Ci siamo messi d’impegno e finalmente sono
state sostiTuite le corde dei primi due pozzi che il tempo e il passaggio avevano usurato.

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Sabato 13 settembre  invece eravamo in quattro : Cesare, Sid, Lillo e io. Entriamo alle 10 circa, dopo esserci cambiati alla bellezza di 4°.
Stavolta si scende oltre la diaclasi bagnata e al traverso Hallè Salassiè ci fermiamo per sostituire la corda usurata.
Fin che Lillo è alle prese con la corda ci sediamo ad aspettare.
“Ma quel buchetto li, ogni volta che passo lo vedo. Quasi quasi mi infilo dentro. Sicuramente è già stato visto”.
E così per passare il tempo mi infilo in un buchetto che da sempre si trova dove ci si fermava un tempo a scarburare, ad aspettare gli altri a mangiare qualcosina. Insomma il solito posto visto un milione di volte.
Entro dentro, il soffitto è basso e la prima cosa che noto è che non c’è traccia di nero delle bombole. “Bene !” .
Una lama sembra bloccare il passaggio, la sposto il tanto da infilarmi con il busto e oltre par di vedere nero, nero pozzo!
Prendo un sasso e lo lancio. Subito un urlo ” Pian coi sassi son mi sotto!” E’ la voce di Lillo sul traverso.
Avanzo ancora un po’ e dall’alto vedo le corde. Mubble mubble abbiamo by-passato il traverso.
E così dopo una ” tempesta di cervelli” iniziamo ad allargare, spaccare, spostare. Dopo un’ora la situazione è la seguente:
3 mignoli colpiti , di cui uno abbastanza grave e un torcicollo. Ma la via è aperta e così nasce il ” meandro dell’ongia nera” .
Altra ” tempesta di cervelli” e disarmiamo il vecchio traverso per armare questo nuovo passaggio che ci sembra migliore.
Anche se infortunati continuiamo la progressione e ci mettiamo a vedere alcuni punti di domanda un po’ qua e un po’ la.
Quando tutte le bustine di antiinfiammatorio sono teminate ritorniamo in superficie e alle 18.00 siamo fuori.
Senza esito tentiamo di farci offrire un bicchiere al bivacco 3 fontane. Niente da fare e così con un torcicollo e un’ongia nera ripariamo per una abbondante cena di carne e lunghi discorsi sul passato delle pornostar.
Sono le 10 di sera quando rientriamo nel mondo civilizzato.
Sei ancora vivo?”
” Si.. fra un’ora arrivo. ”
bon ciao notte

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Matteo

Dalla mattina alla sera ” Senza orario e senza bandiera”

mercoledi 11 Dicembre 2013

Ma partiamo dall’inizio.
Un giovedi sera di qualche decina di mesi fa il nostro Dario ( Tullio ! quello della Confraternita della Quaja per intenderci) passa in sede a Malo e ci propone di fare una serata di filmati a Montecchio Precalcino.
Non possiamo dire di no a Dario anche se di nuovo da proporre ad un pubblico così raffinato non abbiamo niente .
Ma come sempre, ci diciamo che abbiamo tempo davanti e qualcosa in mente pure ci verrà.
Poi qualche settimana dopo il solito Dario passa in sede e ci propone la stessa mattina della serata di fare didattica all’asilo e alla Scuola Superiore di Breganze.
Come si fa a dire di no a Dario?
Ma il tempo passa e veloce , le locandine vanno in stampa e noi intanto presentiamo a Casola 2013 il filmato la ” Folle-Ostinata-Giunzione”.
Arriviamo così al mercoledi 11 Dicembre che si deve fare.
Ore 9.00 all’Asilo di Breganze ci siamo io, Dario , Ester e Laila. Ci vestiamo da speleo e raccontiamo a un gruppo di circa 40 bimbi dai 4 ai 5 anni di cosa andiamo a fare sotto terra.
L’esperienza è bellissima e la curiosità dei bimbi ci lascia di stucco quasi come un Barbatrucco.
Per finire costruiamo una grotta di cartone e ad uno ad uno i bimbi si infilano e pure le maestre.
Caramelle e disegni da colorare riempiono di gioia i bimbi ma soprattutto noi.

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Ma non siamo a Breganze a pettinare le bambole e allora via che alle 11.00 abbiamo la proiezione all’IPSIA .

DSC06562Quattro classi IV^ sono già là che ci aspettano e allora raccontiamo di speleologia e carsismo.
I ragazzi ascoltano e guardano , di storie, di grotta e di geologia, non si aspettano le caramelle ma qualcosa speriamo di avergli trasmesso lo stesso. Alle 12.40 squilla la campanella e dobbiamo interrompere il filmato sul torrentismo e tanto ancora si poteva dire, ma la corriera fuori aspetta e allora ciao alla prossima !
Al pomeriggio Dario e Alessio sono già a Montecchio a montare la mostra all’ingresso del Palazzo del Comune e poi l’impianto , le diapo e l’audio, cavi e fili e lettori.

IMG_4402 Alla sera la sala consigliare è piena e si comincia a parlare del Buso della Rana che era un mistero senza uscita e poi a raccontare di quella Folle ma anche Ostinata Congiunzione per trovarne l’uscita.

 

IMG_4409Si guarda , si racconta , domande , risposte . Tanta curiosità e tanta incredulità per quello che è stato fatto sotto il Faedo. La serata finisce con un gustoso buffet offerto dall’Amministrazione Comunale di Montecchio che qui ringraziamo per l’ospitalità. Ma soprattutto ancora domande e ancora domande.
Quando tutto è finito ci ritroviamo in tanti del GSM a spreparare e mettere ordine a questa giornata fantastica “Senza orario e senza bandiera”.
Grazie Dario e grazie Nerio per questa splendida giornata.

Ciao Matteo