Archivi categoria: Canyoning-Torrentismo

Valle di San Daniele ovvero canyoning in Valle del Chiampo ( seconda parte)

Venerdi 29 Aprile 2016, io con  Romano Grandi e il mio collega Dario    Pieropan siamo tornati a completare la discesa della Valle di San Daniele.

A4Lasciata un ‘auto presso la  chiesetta di San Daniele siamo saliti a contrà Biasini e di li a piedi ci siamo addentrati nella valle nel punto in cui l’anno scorso avevamo sforrato.

IMG_5757Indossate le mute ( stavolta tutti e tre) abbiamo iniziato la discesa superando diversi saltini di 3-4 metri , in un ambiente suggestivo attorniati da una folta vegetazione .

AAd un certo punto la valle ha cominciato a stringersi sempre più fino a diventare una vera forra con salti sempre di modesta altezza, ma con pozze in cui si doveva nuotare e con le pareti strapiombanti ai lati.

IMG_5771

IMG_5784

IMG_5780

Dopo circa due ore eravamo fuori.

Tirando le somme di questa piccola forra diciamo che il dislivello è all’incirca 250 metri per circa 1500 metri di sviluppo.

ciao

Matteo

Valle di San Daniele ovvero canyoning in Valle del Chiampo ( parte prima)

Esplorare è ancora possibile e ieri pomeriggio ne abbiamo avuto l’ulteriore riprova anche nella valle del Chiampo.
Pensi che tutto sia visto e che tutto sia esplorato e invece restano ancora ambienti e zone anche vicino a noi in cui
nessuno o forse qualcuno ci è andato.
Tutto iniziò 5 anni fa quando il mio collega di lavoro Dario, durante una pausa pranzo, mi portò a vedere la valle di Carpenea ( o di San Daniele ) poco sopra Chiampo. Di corsa perché il tempo era poco, siamo scesi lungo il sentiero e abbiamo risalito il greto del torrente. Fatti alcuni saltini arrampicabili ci fermammo sotto una cascatina di 5-6 metri. Visita lampo ammagliati alla fine dalla vista del ponte di San Daniele. Un’opera antichissima abbandonata al degrado e al crollo. Restammo sorpresi dalla quantità di acqua e dalle numerose cascate e ambienti acquatici.
Pareva proprio una forra!
Ne parlai poi con il nostro Romano e anche lui non ne sapeva nulla o poco. Da piccolo andava a pescare le fario nelle pozze d’acqua, ma di cascate e forra non ne aveva mai sentito parlare.
Negli anni prendiamo info da altri locals, ma tutti parlano della valle in maniera vaga, qualche visita a caccia di gamberi o trote, tanta acqua , ma di averla percorsa integralmente nessun segno.
E così arriva il 19 marzo 2015 festa dei papà. Le cose da fare sono tante e un po’ alla volta bisogna portare a termine i progetti, altrimenti se ne accumulano troppi. Partendo da quelli piccoli si arriva poi a quelli grandi. Oggi è la volta della valle di San Daniele.
Ne parlo con Dario e poi con Romano. Il pomeriggio di giovedì 19 è il giorno giusto e allora ci ritroviamo tutti e tre alle ore 15.00 davanti la stazione di Chiampo.

IMG_4880
Lasciamo un’auto vicino la chiesetta di San Daniele e poi con l’altra su verso Alvese.
Siamo arrivati! Un piccolo ruscello attraversa la strada. I locals dicono che la Valle inizia qui.
Siamo vestiti un po’ come capita; un po’ boscaioli, un po’ torrentisti un po’ a caso.
Dario con la roncola in mano fa strada e io e Romano dietro.
Sono le quattro del pomeriggio quando iniziamo a scendere la valle e l’obiettivo è laggiù chissà dove.
Le prime briglie le superiamo agevolmente per il bosco.
Poi arrivano le prime cascatine e troviamo sempre una pianta o grande o piccola per fare le doppie.
Finché la valle si inforra veramente . La roccia è scura, vulcanica stretta anche un solo metro. Pozze d’acqua e arrivano le prime vere cascate. Niente alberi qui solo sassi. E allora cordino intorno al sasso e giù. Corda da 25 poi tocca alla corda da 60 metri. Giù cordini da abbandono . Non crediamo ai nostri occhi.
Mai avremmo immaginato di fare canyoning in Val di Chiampo.

IMG_4905
Pozze d’acqua anche profonde e ci si bagna anche le mutande.
Arriviamo sopra un salto di 15metri. Niente alberi , niente sassi non resta che piantare uno spit.
Giù altre cascatine , ma hainoi il tempo è tiranno.

IMG_4920
Il sole è oramai tramontato, sono passate le sei di sera. Siamo a metà forra ed è meglio non fare troppo i gajardi.
Troviamo un sentierino che ci riporta verso contrà Biasini.
Alle 6.30 di sera, quando è oramai buio siamo alla macchina.
Siamo veramente soddisfatti. L’altra metà la faremo la prossima volta e così la concluderemo tutta passando anche sotto a quel che resta del vecchio ponte.
Ma per ora possiamo essere soddisfatti, esplorazione e canyoning a due passi da casa. Non capita tutti i giorni.
Ciao,
Matteo

 

Valle Sigolara ovvero canyoning in Valle dell’Agno

Sabato pomeriggio, cielo terso, temperatura mite quasi un accennno di primavera, le primule in fiore e la gente ancora in giro a fare la spesa.
Siamo in tre io , Alberto ( lo Zio) ed Eddy ( Il Frizzo) alle 12.40 all’A&O di Malo.
Saliamo in macchina  e poi via verso San Quirico in Valle dell’Agno. Nel bagagliaio abbiamo tutto corde, muta, spit e piantaspit, cordini da abbandono, ramponi e due picozze ( non si sa mai che troviamo da divertici a fare piolet tradiction), ma soprattutto tanta curiosità e voglia di vedere cose nuove.
Pedaggio del traforo e siamo già a Valdagno, poi su al Maglio di Sopra e poi  S. Quirico.
Ma cosa andiamo a cercare da queste parti?
Fare un vajo oggi no troppa neve recente e tempi ristretti, in grotta neanche manca al voglia,
una battuta non è il caso , a miniere siamo già stati la  settimana scorsa. E perchè non scendere una valle, una foretta? Perchè non scendere la  Val Sigolara?

Garganta del Diablo
Lungo il percorso

Passiamo davanti alla Montagna Spaccata, ci guardiamo attorno e capiamo dove usciremo. Andiamo su verso Fongara e quando la chiesetta ci appare , anche la valle si fa  vedere.
Come facciamo con la macchina? Parcheggiamo alla montagna Spaccata e poi su a piedi lungo la  strada
asfaltata? No non è il caso. Fare l’autostop invece si . Qualcuno avrà la pietà di raccogliere ‘sti torrentisti del sabato pomeriggio.
Frizzo fa vedere al coscia pelosa e subito la prima macchina si ferma. Non ci posso credere!
In 5 minuti abbiamo parcheggiato la macchina e siamo già alla partenza della foretta.
Scendiamo nella neve molle e arriviamo al torrente.

Acqua ce nè abbastanza chissà che la foretta sia bella.

La prima cascata

La prima bella cascata di circa 6 m la aggiriamo , senza corde e poi ecco il primo salto. Acquatico qui ci vuole la muta . Scendiamo.
La foretta presenta diversi saltini è già armata abbondantemente , fix, placchette, maglie rapide tutto immancabilemtne inox.
Saltino, salto diventa stretta e bella.Non c’è male per essere a San Quirico.
Arriviamo così tra un traverso e  una scivolata nell’acqua gelida alla cascata dell’Airone  dove compiliamo il libretto della foretta e ammiriamo l’ingresso del Buso delle Anguane.

Il traverso

Siamo alla  fine della parte attrezzata e  lungo il greto del fiume ci incammiamo verso valle, passiamo vicino ai ruderi di una vecchia centralina idroelettrica e passiamo sotto il ponte per Contrà Pelliccheri.
Ancora giù verso la Montagna Spaccata. Altri saltini con corda e arriviamo così alle passerelle dove restiamo ad ammirare la forra vera e propria.

 Cascata degli aironi

Ormai siamo fuori,  doppia foto con autoscatto e poi a cambiarci mostrando le chiappe bianche agli sciatori
del sabato pomeriggio.

Foto di gruppo

Panino e coca alla Pecora Nera e poi ascoltando Ziggy Stardust ci infiliamo dentro al traforo verso casa .
Sabato pomeriggio concluso con un nuova esperienza da mettere nel cassetto.
Matteo