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Arrivederci Samar!

Eccomi qua a concludere questa serie di notizie di Samar 2012, che sono giunte sul nostro blog un po’ singhiozzanti e discontinue vista la difficoltà nello spedire il materiale (mancanza di Internet), anche perché le uniche notizie che spedivamo quotidianamente con il telefono satellitare, visti i costi, erano indirizzate agli organizzatori della spedizione. Penso comunque sappiate già tutto se ci avete seguiti su www.ggb.it. Anche quest’anno, per me ancora di più, vista che la mia permanenza in Filippine è stata di sole due settimane, è stata una spedizione vissuta tutta d’un fiato! Partiti a mezzogiorno di lunedì 9 aprile da Milano alle dieci di sera di mercoledì 11 eravamo già in quel di Barruz, nostra meta, dopo 14 ore di volo internazionale Milano-Abu Dhabi- Manila, 1,15 ore di volo interno fino a Calbayog, 1 ora di pulmino fino a Gandara e infine 4 ore di barca risalendo il Gandara River di notte in un viaggio “emozionalmente” indescrivibile. E il giorno dopo….? Subito in grotta, e così per i quattro giorni seguenti senza sosta, inseguendo i kilometri di giorno e stendendo i rilievi sul PC di sera, smartellandoci la testa sulle carte tra matite calcolatrici e righelli, su dove potesse essere la tanto sospirata giunzione tra Male-Ho e Sulpan Cave. Per fortuna c’era la famiglia Calagos, che non potremo mai ringraziare abbastanza, che ci rifocillava e “coccolava”, grazie ad Eliza e Carlito che, attualmente poco più che cinquantenni, hanno saputo “sfornare” con disinvoltura nel tempo sedici figli di cui nove femmine! Un’incredibile mix di Speleologia d’alto livello e una gran gioia di vita ed allegria che il paese di Barruz ci ha saputo regalare! Ed intanto che i giorni passavano, combattendo continuamente con il sonno tremendo di giorno in grotta e le notti insonni nella casa sovraffollata in cui il silenzio non esiste, tra il caldo soffocante e le zanzare golose, i kilometri continuavano a salire in un intricato labirinto di enormi gallerie. Non abbiamo fatto la giunzione ma probabilmente Sulpan Cave è diventata la seconda grotta più lunga delle Filippine superando abbondantemente gli undici kilometri rilevati! E finalmente anche il vecchio Pota dopo aver superato i “dieci rilavati” cominciava a rilassarsi…

Risalendo il Gandara River La risorgenza Gli Speleologi! Quattro diversi tipi di "calzature" da grotta Ma dov'è la giunzione? Felicità a Kamono-An La madre di Lando, Lando e Joni Per oggi è finita

Che dire? Ancora una volta un’esperienza che mi ha segnato dentro e che ho condiviso con compagni eccezionali: i mitici Guido Rossi e Matteo Rivadossi, l’impertubabile Claudio Castegnati (“gnaro”) e le new entry Francesco Vallarino giovane promessa in grotta ed il futuro geologo Antonio Cortina che anche se non frequenta le grotte ha saputo essere all’altezza della situazione. Grazie a tutti. Grazie anche al mio Gruppo, senza il quale probabilmente non sarei mai arrivato qua.

Ciao a tutti. Lillo

Cartoline da Samar 2

18/04/12 CAMPO BASE CASA CALAGOS, BARRUZ, ore 13:45, 33 gradi centigradi… Siamo molto carichi per questa giornata di esplorazione nella grotta di MALE HO. Partiamo alle prime ore del giorno per affrontare le due ore circa di avvicinamento, dopo il consueto guado ci addentriamo nella foresta,soltanto qualche istante più tardi incontriamo il primo ibingam della spedizione, ma riusciamo a vederlo soltanto di sfuggita, si dice che quando se ne vede uno non si smette più,la promessa verrà mantenuta.. Facciamo sosta al villaggio di Camonohan, molto piccolo e primitivo ma con l’immancabile campo da basket. La squadra è composta noi sei, joni, tre ragazzi locali ad aprire la strada e tre ragazze..Entriamo facendo qualche ripresa sfruttando la luce che filtra dagli ingressi intermedi, poco più tardi raggiungiamo il fiume dove incontriamo il secondo cobra, i locali sono scalzi in pantaloncini!! Dopo qualche nuotata ci separiamo, una squadra farà esplorazione e rilievo di una grande galleria fossile e gli altri andranno al fondo, luogo più promettente per la probabile giunzione. Siamo motivatissimi, con una progressione veloce, io, Lillo e Claudio raggiungiamo le rapide terminali, veramente impressionanti.. Da qui inizia un’attenta prospezione, arrampicate, nuotate e vere strettoie. Oramai sono passate un po’ di ore ed i punti più promettenti non ci hanno portato molto lontano, ci soffermiamo in una condotta larga un metro e mezzo, alta meno di uno dove l’acqua scorre sino ad essere inghiottita da un piccolo sifone con strani rumori che lascia presagire una possibile apertura. Lillo indossa la maschera e dopo essersi accertato di una probabile prosecuzione testando con i piedi la volta, si lascia inghiottire dalla corrente, in apnea, raggiunge una piccola sacca d’aria, al di là il sifone continua.. Riprendiamo u po’ di energia e ci incamminiamo, raggiunti i nostri compagni arriviamo all’uscita che sono le nove passate.. Ancora un rientro piacevole accompagnati dal selvaggio della foresta, incontriamo il terzo cobra, davvero grande ma il pensiero va alle birre che ci aspettano, desiderate da alcuni giorni… francesco

Foto 1 - Al villaggio di Kamunu-an Foto 2 - Sezione di galleria in Sulpan Cave. Foto 3 - Galleria in Male-ho. Foto 4 - Galleria principale in Male-ho. Foto 5 - Guadando un fiume. Foto 6 - Ingresso principale della Male-ho. Foto 7 - Lillo dopo aver superato un sifone di 1 metro in apnea sul fondo di Male-ho. Foto 8 - Lillo, Antonio e Claudio. Foto 9 - Lungo il collettore di Male-ho.

Samar 2012

SAMAR 2012: labirinti sotto la foresta! E’ in partenza la spedizione speleologica Samar 2012 organizzata dal Gruppo Grotte Brescia “Corrado Allegretti”, dall’associazione per le esplorazioni geografiche Odissea Naturavventura e dal Gruppo Speleologi CAI Malo.Dal 9 Aprile al 3 maggio 2012, un team composto da otto speleologi opererà in una delle più importanti aree carsiche dell’isola di Samar (la più grande delle Visayas, Filippine centrali): il carso di Gandara. Saranno della partita i bresciani Matteo Rivadossi di Nave (capo spedizione) e Claudio Castegnati di Botticino, i veronesi Guido Rossi (geologo) e Antonio Cortina, Stefano Panizzon da Vicenza e Francesco Vallarino di Genova a cui si uniranno due amici e colleghi filippini, Joni Bonifacio e Sherwen Orbeta. Ancora nella selvaggia Samar dunque, da vent’anni meta fortunata di una ventina di spedizioni italiane e francesi ma mai facile politicamente per via della guerriglia maoista del New People Army. L’obiettivo principale sarà il collegamento fisico tra i maggiori sistemi esplorati nella zona di Barruz proprio negli ultimi giorni della spedizione 2011: l’enorme grotta di Male-Ho, lunga 6 km e percorsa da un fiume da 3 metri cubi, e la sottostante Sulpan Cave che proprio l’anno scorso è stata collegata alla vicina sorgente da una difficile immersione subacquea. La speranza è quella di collegare fisicamente il tutto in un complesso che potrebbe superare i 10 km di sviluppo! In un secondo tempo il gruppo si sposterà in zona di Matuguinao alla ricerca di alcuni ciclopici inghiottitoi individuati studiando le carte topografiche: l’idrografia superficiale, che prima si articola su terreni impermeabili con diversi fiumi, ad un certo punto sparisce inghiottita dalle rispettive valli chiuse. Un percorso spesso di svariati chilometri prima di venire nuovamente alla luce dalle magnifiche sorgenti lungo il Gandara River e il Blanca Aurora River. Dalle parole di Matteo Rivadossi, coordinatore di Samar 2012: “Diversamente dalla provante esperienza dell’anno scorso, spedizione internazionale speleo-subacquea che ho organizzato da solo coordinando ben 14 persone di 7 nazionalità diverse alle prese con problemi di spedizione merci, sdoganamenti e soprattutto di una meteo particolarmente avversa, questa volta abbiamo scelto di essere pochi e leggeri. Non mi sembra vero! Ripartiremo proprio dall’ospitale Barruz, il villaggio presso il quale nel 2011 negli ultimi 3 giorni di spedizione abbiamo esplorato ben 8 km di grotte enormi! Nella vicina foresta si nascondono infatti dei veri e propri labirinti: fiumi che scompaiono per chilometri per ritornare alla luce ad ore di distanza! Basterebbe dare un’occhiata alle carte per rimanere senza parole. Come al solito ci affideremo ai locali, gli unici veri capaci di muoversi là dentro: il loro appoggio, le loro informazioni ma anche la semplice traduzione dai vari dialetti all’inglese, saranno preziosissimi per riuscire anche solo a spostarsi in un territorio così particolare come quello del carso tropicale. Per di più caratterizzato da un delicato equilibrio socio-politico… Per me questa è la nona spedizione in Filippine e la mia fortuna è di avere a fianco compagni di grande esperienza come Guido Rossi veterano alla sua quindicesima esplorazione nell’arcipelago, Claudio”Gnaro” Castegnati o Stefano “Lillo” Panizzon, fratelli di mille discese, dalle alpi ai tropici. Completano la squadra due neo-acquisti come Antonio Cortina e Francesco Vallarino che sono certo sapranno mettercela tutta e i locals Joni e Sherwin che come sempre ci aspettano sul posto trepidanti. Tutti loro sono più di una garanzia, sapendo quale sarà lo spirito di adattamento ed abnegazione che anche questa avventura richiederà.” Ricordiamo che le avventure in Filippine guidate da Matteo Rivadossi e da Guido Rossi, caratterizzate dall’eccezionale media di 15 km rilevati ogni spedizione per un totale ad oggi di oltre 100 km solo a Samar, costituiscono il più grande risultato esplorativo mai conseguito da speleologi italiani all’estero. Oltre al rilievo topografico e alle fotografie, la spedizione raccoglierà immagini video nella speranza di riuscire, in un prossimo futuro, a chiudere in un unico documentario tutte le campagne del GGB e di Odissea in Filippine. Per chi volesse seguire gli sviluppi della spedizione potrà farlo sul sito www.ggb.it che sarà aggiornato continuamente (in italiano e inglese) grazie ad un collegamento satellitare oppure anche sul sito www.speleomalo.it.

Ciao Lillo.

Samar 2011

Ciao Gruppo,

eccomi qua dopo qualche giorno in giro. Come va?

Io sono stato in giro 6 giorni in posti bellissimi anche se i risultati non sono stati quelli sperati. Il tempo si sta risistemando e domani andremo in Langun con un campo interno per ritentare l’immersione con i sub. Se le cose andranno bene e il sifone non è tanto lungo passerà di la anche qualcuno di noi senza “branchie”.

Vi allego il post che ho preparato per il blog GGB.

Lillo

Ritorno dalla foresta ed immersioni

Calbiga Base Camp, lunedì 18 Aprile 2011 ore 13:02 (ore 7:02 in Italia)

Oggi giornata di riassetto dopo quella campale di ieri per i nostri due gruppi, ovviamente ben accompagnati dalla ormai inseparabile sfiga…

La squadra sub si è giocata subito il jolly con un colpo della strega rimediato da Gigi mentre saliva sulla barca a Balogo, regalo della giornate come passeggeri di moto devastanti. Nella sorgente di Dimagbaha poi, con uno stile da novantenne ricurvo, è riuscito ad indossare il suo rebreather e a continuare per altri 200 metri oltre il limite di Marc su un fronte e degli americani su un altro. Niente male se consideriamo la visibilità ridotta ad un metro e uno sviluppo abbastanza articolato degli ambienti. Ora la parte sommersa della sorgente del sistema parallelo a quello di Langun si attesta sui 300 metri circa che vanno sommati ai 450 aerei.

Alle 22:30 invece arriva a Calbiga, direttamente nella baracca di Vilma eletta a nostra trattoria, il gruppo che è rimasto in foresta per 5 giorni. All’urlo di proteine hanno dato fondo alle riserve della stamberga, l’unica eatery che comunque è stata capace di assecondare le nostre richieste.

Tra una San Miguel e un’altra si rincorrono fatiche di marce pesanti e grotte viste, perse e ritrovate. Ma lascio la parola a Lillo e alle immagini, ciao a tutti

Matteo

Ciao ragazzi,

come già anticipato da Roc sono stati cinque giorni abbastanza massacranti con lunghe marce in foresta senza trovare la tanto sperata grande grotta. Percorsi ad ostacoli tra pioggia, fango e affilati Karren, uno dei quali ha anche tentato di aprirmi una guancia quando al mio passaggio si è rotto facendomi letteralmente cadere a terra sotto il peso dello zaino procurandomi un taglio sul braccio e una botta allo zigomo destro.

Comunque il bottino non è poi stato così male. Quando Roc e Mariia, dopo aver visto i cento metri a valle della perdita di Mainoswagon, sono dovuti rientrare, io, Davide ed il mitico professor Rossi siamo andati ad esplorare la parte a monte. Anche stavolta i cugini d’oltralpe, con la solita aria disfattista sono usciti dicendo “ shit cave”, ci hanno lasciati da soli a risalire il corso del fiume. Bene, noi intanto ci siamo sparati circa millecento metri di rilievo tra la galleria principale che si perde in vari rami in frana, un labirinto di piccole condotte attive con le radici degli alberi che in alcuni passaggi ostruivano quasi completamente il passaggio e un ramo attivo col fondo fangoso che si diparte sulla destra idrografica per qualche centinaio di metri, fino ad assumere dimensioni tali da impedirne la percorrenza dopo alcuni passaggi in apnea.

Usciti a notte fonda torniamo da soli al villaggio che oramai dorme da tempo. Temporeggiamo un po’ dopo aver mangiato, ridendo e scherzando prendendo letteralmente per il culo il vecchio Gallo che già dorme, visto che negli ultimi giorni riesce a parlare solo con logorroici monologhi sulle sue spedizioni in Papua e definendo la nostra come una gita organizzata dal GGB trekking club…

Ore 5 di domenica. Sto dormendo nel sottoscala della casa della barangay capitain che di giorno pullula di bambini, visto che è anche l’asilo di Antol. Un gattino si è messo a dormire sopra le mie gambe, ignaro del pericolo che sta correndo vista la fama di noi Vicentini. Di colpo tutti si svegliano e cominciano a chiacchierare: ma porca troia, non bastavano i galli che hanno cominciato a cantare a mezzanotte, ora si mettono anche i locali che con tutta fretta si preparano ad affrontare la domenica che forse non è poi tanto differente dagli altri giorni.

Resistiamo fino alle 6, quando ci alziamo e ci organizziamo per andare e vedere le altre segnalazioni.

Piccolo momento di esitazione quando pronti per partire ci dicono che nella foresta ci sono dei “bad boys” e ci consigliano di farci scortare da mezzo paese, chiaramente dietro un lauto compenso. Capito il tentativo di “estorsione”, e comunicata la nostra intenzione di abbandonare la ricerca, magicamente arriva la comunicazione che i ragazzi cattivi se ne sono andati e bastano solo 3 guide.

Mezzora di cammino e siamo in un grande inghiottitoio largo 30 metri e alto 20 preceduto almeno cento metri prima di un nauseante odore di guano.

Non importa siamo gasatissimi quando sentiamo dentro scorrere un grosso fiume!

Amaramente e con i conati di vomito, scopriamo che il rumore non è di acqua ma è causato da qualche migliaio di pipistrelli grandi come i nostri piccioni, che letteralmente ci investono come un vortice di vento e miasmi causati dal guano e tonnellate di tronchi di banano in decomposizione che la grotta si è risucchiata. A stento io e Davide rileviamo i 244 metri di sviluppo. Non mi era mai capitata una cosa del genere!

All’uscita ci giochiamo l’ultima carta. Altra mezzora e troviamo veramente una grande grotta: peccato che si tratti di Can-Yawa, tredici chilometri di gallerie esplorate da Jean Paul e company nel 2002. Va beh, è andata così.

Tornati troviamo mezzo villaggio ubriaco, con la barangay capitain che a stento si regge in piedi e mi saluta con pacche sulle spalle ed occhiali di traverso sostenuti a stento dal naso: ma se stamattina non mi guardava neanche, cosa è successo?

Entrati in casa, troviamo il professor Rossi, venerato come il colonnello Kurtz in Apocalips Now che a suon di Tanduay ha letteralmente sconvolto una tranquilla domenica di un paesino sperduto nel carso di Samar. Chiaramente non hanno bevuto tanto ma è che non hanno l’imprinting Veneto del vecchio geologo in fatto di alcool.

A stento riusciamo a organizzare il ritorno con i villaggio in delirio. Troviamo cinque portatori tra i più sobri. Tenta di venire con noi anche Samy, ragazzo di vent’anni che a stento si regge in piedi. Dopo essere scivolato e caduto in acqua, percorrendo la palma che a due metri altezza attraversa il fiume facendomi quasi cadere con lui, decide che forse è meglio cedere il pesante zaino.

Due ore e mezza di buon passo sotto la luna piena ci portano a Literon dove dopo aver svaligiato un negozio di alimentari, prendiamo tre moto per Calbiga.

Lillo