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Sessanta persone hanno partecipato all’escursione “Sottosopra: alla scoperta dell’Altopiano del Faedo- Casaron e del suo mondo sotterraneo” – un vero successo!

“Vediamo ciò che conosciamo” (J.W. Goethe). Per scoprire il Faedo Casaron, è necessario comprendere l’altopiano formatosi più di 30 milioni di anni fa, caratterizzato da una conformazione carsica che ha dato vita a numerose cavità. In un’area di circa 15 chilometri quadrati e con uno spessore di 300-400 metri, sono presenti 180 cavità (quelle conosciute in centocinquanta anni di esplorazioni, principalmente concentrate negli anni ’70 e ’80). Tra le grotte più famose vi sono il Buso della Rana, il Buso della Pisatela e la Grotta della Poscola.

Data l’importanza di questo territorio in Veneto, il G.S.M. Gruppo Speleologi sez. CAI di Malo sta lavorando alla realizzazione di un libro che racconti sia il mondo sotterraneo, parte ipogea, che la superficie dell’altopiano.

L’escursione di ieri è stata un’anteprima di questi racconti, condotta in modo interattivo con persone interessate. Quasi sessanta partecipanti, dai 6 ai 71 anni, provenienti dall’Altovicentino, ma anche da altre province e regioni, hanno preso parte all’escursione.

La partenza è avvenuta alle ore 9.00 dalla chiesa di Faedo, preceduta da una introduzione su questo meraviglioso territorio. Abbiamo poi proseguito verso la dolina che ospita una galleria militare, la Grotta Pasqua e la Grotta Falsa Pasqua. Successivamente, dirigendoci verso il crocevia Xettele e passando accanto alla Grotta H7, abbiamo fatto una sosta sul Monte Ulba per una lezione di geologia del territorio. La tappa successiva è stata alla Grotta della Sorgente, una delle tante sorgenti dell’altopiano utilizzate per scopi domestici. Dopo aver raggiunto la Croce del Monte Soglio, il Prof. Quirino Tessaro ci ha raccontato la storia antica e recente di questo territorio.

Croce Monte Sojo

Successivamente, divisi in sottogruppi, siamo entrati nel Buco del Soglio, che si estende per circa quattrocento metri. Questa grotta carsica è stata anche utilizzata a fini militari durante la Prima Guerra Mondiale. Nel frattempo, il gruppo rimasto fuori dalla grotta ha assistito a una dimostrazione di progressione verticale in grotta, mostrando come gli speleologi entrano ed escono dalle grotte verticali.

Dopo il Buco del Soglio, ci siamo diretti nella parte settentrionale dell’altopiano, raggiungendo la Spurga delle Parpanoie, per conoscere la storia di questa grotta e discutere anche il problema dell’inquinamento delle grotte. Da lì, il ritorno è avvenuto attraverso gli affioramenti carsici vicino al baito Massignani, alla bocchetta Massignani, e ai faggi secolari lungo la dorsale che si affaccia sulla valle dell’Agno. Infine, l’ultima tappa è stata sul Monte Stommita, dove sono stati menzionati i lavori di scavo archeologico della Prof.ssa Migliavacca e la leggenda dello Stommita e dell’Omo de roccia. Siamo tornati alla chiesa di Faedo passando per il Roccolo Rossato e la località Balte. Non poteva mancare il ricco buffet finale: pane, soppressa e vino che ci ha tenuti a chiacchierare e raccontarci aneddoti e storie per un’altra oretta.

Sono intervenuti durante il percorso Marcello Manea su aspetti generali del territorio, acque ed inquinamento, il rilievo di una grotta; Simone Poletto su aspetti geologici del Faedo Casaron; Matteo Scapin sul catasto delle grotte, aspetti generali di speleologia, toponomastica, note storiche; Luca Dalle Tezze sulla progressione verticale in grotta e Quirino Tessaro per gli aspetti di storia locale.

Marcello Manea Matteo Scapin – G.S.M. sez. CAI MALO

Buso del Sieson, ghiaccio in ritirata

Domenica 31 Luglio siamo scesi al Buso del Sieson (o Sciason), a Campolongo (VI) per verificare se fosse ancora possibile arrivare sul fondo della grotta seguendo la classica via, immaginando che il volume del ghiaccio fosse calato con quest’estate afosa.

Primo pozzo 2022
Alla base non vi è traccia di neve

Purtroppo la situazione è peggiorata notevolmente, con distacco di grossi blocchi, tanto da costringere gli esploratori a creare nuovi attacchi su tutta la parte finale della grotta. Il ghiaccio è collassato, ne rimane molto poco, con grandi accumuli sul fondo tappato.

Resta comunque una meraviglia assurda, sicuramente una delle grotte più belle dell’Altopiano dei Sette Comuni. Vi lasciamo qualche bella immagine, fateci sapere cosa ve ne pare!😉😉

Foto storiche

Questo nel 2001 era l’armo del secondo pozzo
L’armo del secondo pozzo nel 2020, si arrivava a malapena agli ancoraggi
Foto del 2015, si nota la lingua di ghiaccio tra i due pozzi, ormai ritirata.

Foto dal nostro archivio Circa 1972

Dopo la nostra discesa al Buso del Sieson ne sono uscite un sacco di riflessioni all’interno del gruppo, oltre ad aver attirato l’interesse di molti giornali e una testata televisiva della provincia. Siamo molto contenti di aver posto delle riflessioni su come anche il cambiamento del clima risulti ormai visibile anche in grotta, e cercheremo in futuro di provare a misurarne gli effetti con metodi scientifici!

Vi lasciamo qui sotto alcuni link ai quali accedere agli articoli e al servizo andato in onda su Tva Vicenza con un’intervista al nostro Presidente Marcello Manea.

https://www.scintilena.com/ghiacciai-che-si-sciolgono-problemi-al-buso-del-sieson/08/04/

https://amp.vicenzatoday.it/attualita/l-sos-degli-speleologi-di-malo-non-c-e-piu-ghiaccio-al-buso-del-sieson.html

https://tvavicenza.gruppovideomedia.it/it/on-demand/telegiornali/tva-notizie?id=68944&clip=68959

https://www.ilgiornaledivicenza.it/territori/bassano/buso-del-sieson-sparisce-il-ghiaccio-dalla-grotta-1.9559988

https://www.tviweb.it/tag/sieson/