Domenica 3 Ottobre 2010 prima uscita in grotta per il XXIII° Corso.
Presenti 9 allievi su 10 ( 1 giustificato) con destinazione Sala Snoopy.
Siamo entrati alle ore 9.00 circa e con andatura lenta ma costante, con soste didattico/ristoratrici siamo arrivati a Sala Snoopy verso le 12.00.
Tutti gli allievi erano in grande forma e così ci siamo diretti verso la Colata Bianca. Giunti colà siamo andati oltre mettendoli alla prova nella strettoia che porta al sifone finale del Ramo Nero.
Ma le 9 promesse della spelologia maladense non erano ancora sazi e così per tornare abbiamo percorso il Ramo dei Ghiri con “cancara” strettoia nel mezzo.
Niente da fare, gli allievi e allieve rispondevano troppo bene e così siamo andati a vedere la partenza
del Ramo Nero. Nulla oramai poteva fermarli e al ritorno invece della solita Buca da Lettere ci siamo infilati nel by-pass fossile. Anche quest’ultima strettoia superata altre deviazioni ci risultavano difficili e così ci siamo diretti al Ramo Morto per Sala Tabacchi. Niente paura, le damigelle del XXIII° Corso e la minoranza maschile, non si sono persi d’animo e con grande senso di sacrificio hanno affrontato le ultime difficoltà con refrigerata degli ematomi lungo il Ramo delle Marmitte.
Dopo quasi 8 ore di grotta siamo usciti, veloce cambio d’abiti e poi tutti insieme siamo andati a farci una bruschetta.
Veramente un bell’inizio.
Il Direttore del Corso: Matteo Scapin
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“Incorniamoci 2010” – il tempo ha rovinato il campo all’Abisso del Corno
Si è concluso con un nulla di fatto il campo interno al Corno programmato per il week-end dell’Assunzione in cielo di Maria Vergine.
Nulla di fatto in grotta visto il tempo, ma sicuramente di sostanza per quanto fatto all’esterno.
Partiti dal cimitero di Caltrano venerdi 13, forse che fosse già scritto nel luogo e nella data l’esito della spedizione, eravamo io, Lillo, Paolo, Lo zio e Sid.
Abbiamo risalito i tornanti del Costo fino al solito bar di Canove. Con la panza piena abbiamo imboccato la strada sterrata di Val Galmarara, ma appena superato il limite dell’asfalto uno scroscio d’acqua a catinelle ci ha fatto dirottare sulla prima macelleria dei dintorni. Riempita la borsetta di costine e polenta e luganeghe ci siamo infrattati al Bivacco 3 Fontane.
La mattinata è trascorsa tra una pulizia e l’altra a osservar il plumbeo ciel che dall’alto facea cader le gocce.
Dopo una esilarante partita a briscola ciacolona ci siamo convinti ad uscir e così con le armi in pugno,
cioè sega e menara, abbiamo creato la nuova Highway to Corno. E’ nata così una nuova arteria stradale
tra i mughi del Corno di Campo Bianco che porta direttamente all’ingresso.
Zuppi fino al midollo osseo e soddisfatti dell’impresa quasi simile all’opera di Fitzcarraldo, siamo tornati al nostro caldo nido a gustarci le costine con la polentina. La serata è trascorsa in accesi dibattiti sulle prodezze musicali di Axl Rose piuttosto che Angus Young, tra un assolo di The Edge e uno di John Frusciante.
Riposti nel giaciglio i nostri corpi ci siamo alzati sabato mattina con il sole, ma oramai il Corno era acqua passata. Sistemato e pulito il bivacco ci siamo diretti versi la pianura salutando Pierga, Miguel, Alessandro e Elisa che nel frattempo erano venuti fin lassù.
Nulla quindi di fatto, ma forse chissà un giorno ce la faremo.
Matteo Scapin
Abisso del Corno – Il Bivacco Ayeye Brazo
Nome? Aye..
cosa dice? Ayeye..
Ma che razza di nome è Ayeye?.. e un cognome ce l’avrà pure un cognome.. o no?
Brazo..
Ayeye Brazo????
Ecco fatto .. il bivacco Ayeye Brazo ( battezzato in onore del mitico episodio di Aldo Giovanni e Giacomo ( ognuno ha la cultura che si merita)) è stato quasi terminato nell uscita di sabato al Corno del campo bianco. Siamo entrati alla mattina verso le 10 (con non pochi interrogativi su come sarebbe stato il ritorno da parte del sottoscritto dopo diverso tempo di fannullagine accidiosa) .
Il Pierga e Miguel si sono fiondati giù sistemando qualche armo e rilevando, per recuperare alcuni sacchi di materiale da Sala delle bimbe ( -700 circa), mentre io, il Sid e Costa avevamo il compito di installare il bivacco.
La grotta si presenta abbastanza asciutta e con moderata ventilazione.. il massimo .
Arrivati alla base del pozzo Corno de bèco( -500 circa), ritroviamo la spianata dove allestire il bivacco.. tutti ce la ricordavamo più grande, ma visto che è l’unico posto accettabile fuori dall’ aria e asciutto, ci si adatta.
Cosi con paletti da tenda ancorati con fango e sassi e coperti con del leggero nylon da pittura , fissato con del nastro americano e fil de ferro, allestiamo il meglio che si può fare per creare un po’ di confort.
Con dell’altro telo, realizziamo un piccolo riparo fuori dalla tenda a mò di sala da pranzo.
Attualmente lo spazio interno è per 3 persone, resta da finire il pavimento, dove spianando con un levarino , si può recuperare un altro posto. Il tutto risulta accogliente e abitabile( certo che con una mano di qualche dolce donzella .. un vaso di fiori, un soprammobile, un profumo per ambienti.. sarebbe un’altra cosa)
Nel pomeriggio ci raggiungono il Pierga e miguel con i materiali che serviranno per l’esplorazioni di queste zone ,che da quel che si è intravisto, potrebbero essere veramente importanti.
Un the di rito e si riparte per l’esterno.
Pierga e Miguel partono come razzi , mentre Sid vigila sui due vecchietti di cui uno avezzo a varie femate “ossigenatorie”. Durante una di questa Sid arrampica sulla finestra dell’attivo prima del pozzo Persego seco e si inoltra per un meandro per 50 metri fino ad una sala con camino e finestra in alto.
Usciamo (i vecchietti) verso le 11 un paio di ore dopo gli altri, rallentati da un forte dolore alla caviglia per una botta presa giù al bivacco (Paolo) e dolori post operazione alla spalla(Costa).. una pasta al 3 fontane, (con un barattolo di birra in 5) una birra a Cesuna e..buonanotte Corno.
Paolo