Archivi tag: Il Ciambro

Speluga del Ciambro

Speluga del Ciambro 836-VVi/GPS N°3859
Contrà Rossi
Cogollo del Cengio (VI)

WGS84  45°49’57,60” N  11°24’22,29” E   Quota 1004 m.

Per zumare clickare sull’immagine.

link “Il Ciambro 43 anni dopo”

Georeferenziazione Speluga del Ciambro

Il Ciambro 43 anni dopo.

In questo caldo agosto mi sono levato un pensiero che da tempo coltivavo: placchettare la Speluga del Ciambro.
Due brevi parole di inquadramento sono d’obbligo.
Correva l’anno 1970 e il GSM era un gagliardo bienne tutto preso dalla smania di scendere le “spurghe” con i suoi 50 metri di scalette fatte in corte da Fabio con i fatidici tubetti di rame per ritenuta dello scalino. Stanchi delle modeste profondità offerte dal “fèo” avevamo rivolto la nostra attenzione all’altopiano di Asiago con tale insistenza ed entusiasmo che i Gruppi di Schio e Proteo ci avevano a malincuore concesso una fettuccia di territorio: precisamente la zona di Treschè Conca e Cesuna, non immaginando, ahiloro (Schio), che proprio nella zona di Cesuna avremmo scoperto una grande prosecuzione (Giacominerloch)…ma questa è un’altra storia.
Intanto esploravamo i boschi attorno a Conca e proprio presso Contrà Rossi sotto la Chiesa, ci venne a récia di una grande voragine molto ben conosciuta in loco, tanto da avere un proprio nome: Speluga del Ciambro.

Tale cavità si apriva nei boschi di una abitante della contrada: la LINA, che accolse di buon grado il nostro interesse e ci permise di accamparci per qualche giorno nei suoi prati, presso la voragine.
Ci accompagnavano i figli della Lina Renzo, 8 anni e una ragazzina adolescente di cui non ricordo il nome. Con la Lina vi fu un’intesa perfetta, rara tra i montanari, e diventammo buoni amici. Lei era “innamorata” soprattutto di Cesco Faccin, forse per il colore un po’ esotico della pelle.
Scendemmo la voragine che risultò profonda 83 metri e quando la portammo a catasto vi fu il celebre commento di Aldo Allegranzi, presidente del Trevisiol, che disse: “Però, ‘sti tusi, i taca a ‘ndar profondi anca luri” o qualcosa di simile.
Quarantatre anni dopo mi ritrovavo a vagare per i boschi sotto contrà Rossi cercando di ritrovare la grotta.
Gli abeti, che ricordavo non troppo alti, erano diventati alberi maturi, alti e dritti. Ritrovai la malghetta della Lina, ma di spaluga, manco l’ombra.
Tornavo allora alla contrà dove avevo lasciato scooter e consorte e, proprio nella porta accanto dove avevo parcheggiato, salta fuori nientemeno che…Renzo, figlio della Lina, che si ricordava benissimo di noi e anche di me che chiamavano IKO.
Come potete immaginare siamo ridiscesi al buso che abbiamo trovato a colpo sicuro, e placchettato.
Quello che non mi è piaciuto è la conferma che viene usato come discarica soprattutto di animali morti.
Ho indottrinato più possibile il “piccolo” Renzo, ora diventato un’uomo sulla cinquantina.
Questa è la storia del Ciambro, a metà tra i ricordi del Cantastorie e una relazione di uscita.
Pubblico alcune foto di allora, con il piccolo Renzo che ci aiutava con i materiali, e di adesso.
El pi vecio.
IKO

link rilievo Speluga del Ciambro